I FANTASMI NELL’ANTICO CAFFE’ GRECO

Nell’antico Caffè di via Condotti
tra le sedie e i divani d’altro tempo
si aggirano i fantasmi dei poeti
per dar bellezza e canto ai loro versi.

E li si ascolta a volte con lo sguardo,
chiudendo lentamente una rivista
o trattenendo un sorso di caffè
con il suo aroma che s’espande intorno.

Poi si riprende a leggere il giornale
o a guardare le donne un po’ vezzose,
venute ad ostentare le tendenze
per attirare sguardi o simpatie.

Ma quando a sera chiudono le imposte
ritornano i poeti a verseggiare
intorno ai tavolini e sui divani
nel Tempio dei sospiri e dell’amore.

Senza saluto e privi di rispetto,
venendo dalle stelle più lontane,
vestiti in trasparenza come Dei
si credono i padroni del Caffè.

Ognuno con la boria che divampa
s’arrossa di quel rosso tappezzato
per dar grandezza e vanto alla sua penna
ormai inchiodata tristemente al marmo.

Ed è rissa di elogi e di storture;
cavalieri di cristallo senza tempo;
il verso non si libera dal suono,
che echeggia indisturbato allo spartito.

E l’uno all’altro sempre fanno guerra
con la parola che lambisce il vuoto;
anche se a volte espressa in gran tempesta
sussulta nel silenzio che la svela.

Ma quando il giorno torna con gli albori,
come un sogno notturno che si acquieta,
la risonanza si tramuta in eco,
lasciando il suo profumo agli avventori.

(Angelo Sagnelli)

 

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