PRIMO TEMPO DI UN’AVVENTURA

Tastando nell’armadio sotto il soprabito, sul gancio dell’omino
caldo, appeso in su, qualcosa… qualcuno, per i piedi,
penzoloni, scoperto identico, d’aspetto ancora umano,
tirato già dal fondo (la testa), precipite,
addosso, travolgente, in un groviglio indecifrabile,
di abiti, di corpi (due), vivi o morti (un rebus), col -
finalmente – suicida, senza traccia
alcuna di subita violenza. Apertegli le palbebre a fatica,
goffa, grottesca pantomima; nell’ansia (se suonano alla porta?), trascinato
a viva forza l’esanime corpo, resistente,
per il confronto. Sorrettolo, davanti allo specchio,
ancor peggio tremebondo, gocciante,
di fatica, sudore, per la gioia prorompente del confronto, infine,

risultato positivo!

 

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